Il cavallo arabo: morfologia e carattere
Ciascun paese del mondo vanta fieramente le proprie razze equine. In ogni area geografica gli standard di razza rappresentano il risultato dell’adattamento del cavallo al suo ambiente d’origine: ogni razza è accomodata a particolari tipi di utilizzi e clima.
Che appartenga alle razze più antiche o a quelle più moderne, ogni cavallo è oggi classificato per la conformazione del corpo, le dimensioni, la resistenza fisica, i marchi bianchi presenti su muso, le sue zampe e il manto. Approfondiamo oggi la morfologia e il carattere di una tra le razze più antiche al mondo: i purosangue arabi.
I purosangue arabi: caratteristiche principali
Il cavallo arabo di pura razza è il primo esemplare ad avere avuto un libro genealogico dedicato, il suo sangue caldo si è evoluto nella lontana Penisola Arabica.
Si tratta di una delle razze più antiche al mondo: è il capostipite di quasi tutte le linee genealogiche di equini oggi esistenti.
Si è originato durante il regno di Maometto nel VII secolo e poi si è diffuso in tutto il mondo (tranne che in America ancora sconosciuta) ove è stato incrociato per creare e migliorare altre razze.
Anticamente era allevato dai beduini che lo chiamavano il “cavallo del deserto” per la sua indole vivace e la grande resistenza fisica.
I purosangue arabi sono perfettamente a loro agio nel clima arido, con scarsa acqua e territori scoscesi. Riescono ad essere veloci e scattanti grazie al carattere nevrile e coraggioso.
Osservando di profilo la testa dei purosangue arabi noterete che è elegantissima: dalle linee sinuose e raffinate, la fronte un po’ arretrata e gli occhi grandi ed espressivi. Il suo collo è armonico, incurvato con garbo e tutt’uno con la gola, mentre la coda resta sempre fiera e alta.
Il mantello è corto e liscio con rari segni sulla fronte, gli standard di razza sono connessi a tre tipologie di colore: grigio, baio o morellato.
Le narici dei purosangue arabi sono grandi, sottili e ben distinte e hanno una grande capacità di dilatazione, il suo muso invece è piccolo e con le labbra sottili. La morfologia e il carattere del cavallo arabo di pura razza è unica: esso è gentile con chi lo monta e ha una proverbiale resistenza da cavallo selvaggio.
Tra le razze equine i purosangue arabi sono quelli con le orecchie più distanziate tra loro ma piccole e appuntite nel maschio, un po’ più lunghe e stondate nella femmina.
I purosangue arabi per creare e migliorare altre razze
Per la sua indole vivace è tra le razze equine è la più impiegata nelle gare di Endurance e per creare e migliorare le altre razze.
L’arabo grazie alle parentele col berbero è tra i progenitori del purosangue inglese.
L’accezione cavallo berbero deriva da “barbaro”: si trattava di cavalli allevati dai popoli africani che erano estranei agli influssi culturali dell’Impero Romano. Come il cavallo arabo di pura razza anche il berbero ha sangue caldo ed è tra le razze più antiche nei registri equini.
Se l’arabo di pura razza conferisce al purosangue inglese l’eleganza intrinseca, il berbero gli dona la resistenza fisica a condizioni climatiche avverse. Il purosangue inglese da queste parentele col berbero e con l’arabo ha ereditato inoltre anche un indole vivace, la generosità verso l’uomo, le zampe lunghe e sottili dalle articolazioni forti.
Purosangue inglese: razze equine di resistenza fisica
Il purosangue inglese, tra le razze a sangue caldo con origini arabe e berbere, si diffonde a metà del ‘600 quando il re Carlo II appassionato di gare ne incoraggiò moltissime nel suo regno. Furono selezionate le 50 fattrici inglesi tra le più veloci nelle corse e furono fatte incrociare con tre stalloni orientali dando origine al purosangue inglese come lo conosciamo oggi.
Utilizzato sempre per il galoppo benché abbia un carattere nevrile non si esalta troppo durante le competizioni per cui può essere usato anche per il passeggio o il traino.
Il purosangue inglese è anch’esso un miglioratore di altre razze, nel tempo si è incrociato nuovamente con l’arabo e ha dato luogo a razze anglo-arabe eleganti e fini, dalla testa piccola, il pelo corto e lo scatto agile.
In Italia dalla commistione tra il purosangue arabo e il purosangue inglese si è diffusa una derivanza sarda scrupolosamente selezionata per l’ attitudine al salto e alle gare equestri.
Come avete letto col passare del tempo il cavallo ha modificato e migliorato la sua resistenza fisica per sopravvivere ai predatori e aiutare l’uomo in ogni tipologia di lavoro: già nel 1500 a.C. l’uomo iniziò a montarlo senza sella come mezzo di trasporto, poi ad usarlo come aiuto in l’agricoltura, e per diletto durante le gare senza più separarsene.